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88. OTTANTOTTO.

Ottantotto vittime ogni giorno, si contano in questa Italia ormai disastrata.

Vittime di cosa?

Vittime del “sesso forte”, del “maschio alfa”, chiamatelo come volete, chiamatelo “uomo”. Preferisco io chiamarlo “bestia”.

La “bestia” ogni giorno compie tutte le discriminazioni attuabili contro una donna, indifesa, sola, in compagnia, non importa.


E' "violenza contro le donne" ogni atto di violenza fondata sul genere che provochi un danno o una sofferenza fisica, sessuale o psicologica per le donne, incluse le minacce, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà. Così recita l'art 1 della dichiarazione Onu sull’eliminazione della violenza contro le donne. (Ministero dell'Interno)

Non importa che sia una studentessa, un’atleta, una madre di famiglia, una lavoratrice, una figlia, una sorella. Persino, in questa Italia, non sembra importare nemmeno il colore della pelle, in questo caso.

“Basta” che sia donna, per essere colpevole ed oggetto di violenze, offese, derisioni, giochi impietosi e sfruttamento.

L’Istat raccoglie dati in miglioramento rispetto alle rilevazioni effettuate per l’anno 2006, ma i numeri rimangono preoccupanti:

negli ultimi 5 anni il numero di donne che hanno subìto almeno una forma di violenza fisica o sessuale ammonta a 2 milioni 435 mila, l’11,3% delle donne dai 16 ai 70 anni. Quelle che hanno subìto violenza fisica sono 1 milione 517 mila (il 7%), le vittime della violenza sessuale sono 1 milione 369 mila (il 6,4%); le donne che hanno subìto stupri o tentati stupri sono 246 mila, (1,2%), di cui 136 mila stupri (0,6%) e circa 163 mila tentati stupri (0,8%). [fonte dati Istat, https://www.istat.it/it/violenza-sulle-donne/il-fenomeno/violenza-dentro-e-fuori-la-famiglia/numero-delle-vittime-e-forme-di-violenza ]

Non guardate i numeri percentuali, potrebbero trarre in inganno; guardate ai numeri “capo per capo”: le donne che hanno subito violenza subito violenza fisica o sessuale si avvicina ai 2 milioni e mezzo, quasi quanto la popolazione della Città di Napoli.

Immaginate di camminare in una città enorme come Napoli, e ad ogni finestra, ad ogni porta, in ogni negozio e su ogni auto, vedere una donna la quale ha da raccontare una storia orribile, vissuta sulla propria pelle, segnata a vita.

Una donna che vive nella paura di essere nuovamente vittima della “bestia”.

Nonostante le leggi, nonostante l’istituzione negli ospedali del “Codice Rosa”, destinato a facilitare l’iter di denuncia e di protezione delle vittime di abuso, le cifre non raccontano un miglioramento netto, definitivo.

Questo perché nonostante le sanzioni, i provvedimenti e le precauzioni che si cercano di attuare, manca una vera e propria “cultura” alla parità di genere, al rispetto e al “diverso”.

Si partisse dall’educazione, fin da bambini, si partisse dal non concepire più una donna come un oggetto per tenere la casa e la famiglia in ordine, si cambiassero le tendenze del rendere la donna un futile desiderio sessuale, attraverso programmi TV e social network che propinano in continuazione immagini e video di donne che ricordano gli animali in mostra negli zoo ottocenteschi.


Si arrivi per favore ad azzerare in concreto la “bestia”, non cercando di mutilarla, ma spegnendola piano piano dall’interno.

Per dare un taglio a tutto ciò, si cerchi anche di dare un taglio alle strumentalizzazioni che le donne devono subire. Si è vero, non sono violenze, ma creano terreno fertile per togliere la personalità alle donne. Per renderle ninnoli dall’utilizzo insano e violento.


Stop.


(piazza Galimberti, Cuneo: 3575 coperte realizzate a mano, stese sulla piazza, in occasione della Giornata Mondiale contro la violenza sulle Donne)

Si inizi anche da qui.

Lacanna Gabriele





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