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ACCADDE OGGI: LA NASCITA DELL’UNESCO

Quante volte ci sarà capitato, senza che ce ne accorgessimo, di osservare un paesaggio, visitare una chiesa o un parco, passare davanti a un monumento o un edificio, e non sapere di aver sfiorato un tassello della nostra storia culturale?


Esattamente oggi, nell’immediato dopoguerra, nasceva l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura, che oggi conosciamo come UNESCO. Con la firma della sua Costituzione il 16 novembre del 1945 a Londra, è iniziato un lungo percorso di tutela dei beni culturali, dell’informazione e del paesaggio, volta a promuovere la pace tra i paesi utilizzando quell’efficace mezzo che è la cultura. Il nostro paese è stato annesso all’Unesco nel 1947, due anni dopo la firma ufficiale, e oggi si contano ben 195 stati membri all’Organizzazione.


Avviciniamoci però alla nostra regione: è interessante osservare come in Piemonte i beni Unesco siano davvero numerosi, forse più di quanto si possa pensare. Abbiamo per esempio le Residenze Sabaude, Patrimonio Mondiale dal 1997. Realizzate tra la fine del Cinquecento e la metà dell’Ottocento su richiesta dei Savoia per testimoniare il potere acquisito in Italia e in Europa, oggi vanno a comporre uno spettacolare affresco della storia della Regione e dell’Italia stessa. Torino vanta anche innumerevoli siti, come Palazzo Reale, Palazzo Madama, l’Armeria Reale, il Palazzo della Prefettura, il Castello del Valentino, solo per citarne alcuni. A partire dal 2003, l’Unesco ha iscritto alla Lista anche i Sacri Monti del Piemonte (e della Lombardia), ovvero un insieme di manufatti architettonici dedicati alla fede cristiana eretti tra il XVI e il XVII secolo.

Oltre a vantare un forte significato simbolico e spirituale, con la loro bellezza risultano perfettamente integrati nel panorama circostante di boschi e colline.


Sempre parlando di paesaggi, non possiamo non nominare le splendide colline di Langhe, Roero e Monferrato, che con le loro cinque aree vitivinicole sono entrate a far parte dell’Unesco nel 2014. Questo sito viene definito come “paesaggio culturale”, denominazione che sta a indicare tutte quelle aree geografiche che in modo peculiare ‘rappresentano l’opera combinata della natura e dell’uomo’, come definito dall’Unesco. Ma non solo ciò che riguarda l’ambiente può entrare a far parte di questo Patrimonio, e la città di Ivrea ne è un esempio. Nominata città industriale del XX secolo, questo sito è infatti costituito da un insieme sia urbano che architettonico, con edifici progettati dai più famosi architetti del Novecento italiano. Il valore di Ivrea città industriale si riconduce al suo integrarsi nel tessuto urbano e nel suo essere la realizzazione concreta di un progetto economico che ha portato a un peculiare sviluppo industriale durante il Novecento. Infine, troviamo i Siti Palafitticoli Preistorici dell’Arco Alpino, parte dell’Unesco dal 2011. In realtà i siti non si estendono solo in Italia ma anche in altri cinque paesi (Svizzera, Austria, Francia, Germania e Slovenia), e interessano ben cinque regioni differenti in Italia: Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige e Piemonte. In particolare, il sito di Viverone (TO) è uno dei più importanti: risalente all’età del Bronzo dell’arco alpino, vanta, oltre alla complessità delle strutture, manufatti di metallo e di ceramica. E proprio grazie a questi Siti Palafitticoli è possibile studiare e comprendere i contatti tra l’Italia e tutta l’area transalpina dal XV al XI secolo a.C. .


Se invece si vuole dare un’occhiata più da vicino al patrimonio intrinseco alla provincia di Cuneo, allora sono tappe obbligatorie i tre bellissimi castelli di Racconigi, di Govone e di Pollenzo, tutti riconosciuti nel 1997 e facenti parte delle precedentemente citate Residenze Sabaude.

A distanza di ben 74 anni dalla nascita dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura, questo anniversario può essere insomma una buona

occasione per esplorare quello che è il nostro patrimonio artistico e storico, anche attraverso un’ottica più ‘locale’. L’Unesco ci ricorda l’importanza della preservazione del patrimonio, che mantiene viva la memoria culturale di ogni paese e sottolinea il valore del pensiero umano. Ciò che è stato realizzato va a costituire il nostro passato, la base sulla quale possiamo costruire il nostro presente, il quale nel corso del tempo diverrà passato per le generazioni che ci seguiranno.


In quest’ottica, la prossima volta che ci capiterà di visitare una chiesa, passare davanti a un monumento o semplicemente osservare un paesaggio, che sia esso naturale o cittadino, potremo farlo con uno sguardo più attento, consapevoli del valore intrinseco di tutto ciò che ci circonda, in un perpetuo incontro fra uomo e ambiente, storia e arte, identità e cultura.

Virginia Burdese


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