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Emmaus: volontariato oltre i pregiudizi

  • Immagine del redattore: Prospettive Magazine
    Prospettive Magazine
  • 5 feb 2020
  • Tempo di lettura: 2 min

Dopo le riflessioni di Nicola Teresi, Luigi Grosso, un volontario, ci racconta la sua personale esperienza nella comunità di Palermo, parlandoci del Lavoro Emmaus e delle persone che ha incontrato.


Qual è stata la tua esperienza in Emmaus? Come sei entrato in contatto con questa realtà?

Sono entrato in contatto con Emmaus tramite una ragazza che è stata volontaria.

Ho lavorato per una multinazionale anch'io, dopo aver dato le dimissioni ho sfruttato il periodo libero per provare un'esperienza di volontariato. Sono stato accolto in Emmaus Palermo da Nicola, senza pregiudizi e senza molte domande, come tipico della comunità.

Ho trascorso in comunità due settimane. Durante il giorno mi occupavo del Lavoro Emmaus: ogni mattina arrivava il camion con materiale usato lasciato dalle persone della città, scaricavamo e smistavamo la merce, poi valutavamo ogni pezzo. Se vendibile veniva portato al mercatino, altrimenti in discarica. Questo è un altro servizio che i comunitari fanno affinché non si produca indifferenziata. Mi sono occupato anche della vendita straordinaria, un evento per raccogliere ulteriori fondi.


Prima di iniziare questa esperienza avevi idee e pregiudizi che sono poi cambiati?

Pensavo che Emmaus fosse un progetto noioso, dopo l'esperienza ho cambiato idea. Sono entrato in contatto con quelle persone che vengono considerate "scarti" nella nostra società, li ho visti con altri occhi e sentito storie che mi hanno lasciato molto.

Ho conosciuto due ragazzi del Gambia che sono arrivati qua tra mille difficoltà, non avevano niente, ma erano sempre con il sorriso sulle labbra, mentre noi, spesso, anche se possediamo tutto ciò di cui abbiamo bisogno, andiamo in giro nervosi e insoddisfatti. Sono confronti che fanno riflettere.


Consiglieresti questa esperienza? C'è un'età più o meno indicata per farla?

Ovviamente. Secondo me no, appena uno si sente pronto per allontanarsi dalla famiglia e stare a contatto con persone adulte può partire, anche se ai più giovani consiglierei i campi di volontariato estivi, perché sei circondato dai tuoi coetanei ed è un'esperienza meno dura della vita in comunità.


Qual è il ricordo più bello della tua esperienza in Emmaus?

Ho tantissimi ricordi, ho passato due settimane dalla mattina alla sera in compagnia di altre persone, ho avuto molti momenti di dialogo, anche durante il lavoro, che ti tiene con le mani impegnate, ma la mente libera. Ti racconti delle reciproche storie ed esperienze.

Dovessi dire un ricordo, ti direi il ritorno dal luogo di lavoro alla villa in cui sta la comunità, confiscata alla mafia, con i ragazzi del Gambia dalla scuola che si sfogavano delle lezioni impartite e scambi di opinioni tra tutti quanti. Quei pulmini erano una gabbia di matti e me lo porterò dietro per sempre.






Beatrice D'Auria

 
 
 

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