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Persona non identificata

Dal 30 Settembre al 3 Ottobre 2019 l’isola di Lampedusa ha accolto più di 200 studenti, provenienti da 20 paesi europei e da tutta la penisola italiana. L’obiettivo dell’incontro: creare una cultura di informazione sul problema dell’immigrazione e commemorare i morti in mare. Questo evento è stato annullato nel 2018 dal precedente governo senza una giustificazione valida. Sembra che non fosse nelle priorità dell’Italia sensibilizzare gli studenti sul tema migrazioni. Siamo bombardati tutti di giorni a riguardo, ma le parole utilizzate sono sempre le solite: migranti, barconi, porti chiusi, Lampedusa è invasa… (Come se fosse normale ormai che i migranti muoiano in mare). L’evento è stato promosso dal Comitato 3 Ottobre, organizzazione nata in seguito alla tragedia del 3 Ottobre 2013, quando morirono 368 persone e sottolineo PERSONE perché il timbro di migranti nessuno ce l’ha ancora tatuato sulla pelle. L’intelligente uomo del ventunesimo secolo propose di seppellirli per i cimiteri siciliani con un numero da 1 a 368. Freddi e insignificanti numeri.

Ma a chi appartenevano questi corpi inermi che i lampedusani hanno ritrovato tra le onde? Come se noi morissimo in Libia e scrivessero sulla nostra tomba viaggiatore incognito. Persone, insomma, che nascono invisibili e muoiono invisibili”. La loro morte comprende madri in attesa di uno sperato ritorno, famiglie in pena e un villaggio in cui mancano. Noi studenti abbiamo avuto l’opportunità di parlare con i sopravvissuti. Inizialmente silenzio. Nei loro occhi la malinconia del ricordo, nei nostri il rispetto per il loro dolore. Poi qualcuno ha chiesto i loro nomi. Dietro ogni nome una storia. Iniziamo ad ascoltare, ma più che storie ascoltiamo i loro sentimenti. Uno sottolinea che sono fatti di carne ed ossa anche loro, sembra scontato, ma è meglio precisarlo.

Cosa rappresenta Lampedusa per voi?

“Lampedusa è una connessione forte con mio figlio che ho perso nel naufragio. L’isola per me è simbolo di morte e rinascita.”
“Io non so ancora se i miei figli siano vivi o morti perché non sono stati ritrovati i corpi.”
“Quando sono uscito vivo dalla tragedia non avevo nessuna famiglia da abbracciare e con cui gioire di essere vivo.”

L’Europa ha soddisfatto le vostre aspettative?

“Voi giovani siete il futuro. Noi confidiamo che voi penserete con gli occhi del cuore.”

La giornata del 3 Ottobre 2013 è diventata la nuova giornata della memoria. Dal 2013 ci sono stati 17.800 morti in mare. Nel cimitero di Lampedusa sono sepolti migranti senza nome. Ma ricordiamoci che sono state persone come noi che hanno gioito, hanno sofferto e hanno sperato di raggiungere l’altra riva. Ricordate le loro storie e chiedetevi se davvero questo è un uomo, ridotto a morire annegato nella stiva di un barcone come un topo.

Clara Vallauri

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