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L'italiano medio

Cento giorni. Cento giorni, all’incirca, sono "bastati" a un popolo disciplinato, che ha capito, un popolo che non ha riso in faccia alle ordinanze del proprio governo, che non ha gridato al complotto delle potenze sovranazionali. Un popolo altruista.

Non è il nostro popolo. A noi non saranno sufficienti cento giorni, forse nemmeno il doppio o il triplo. In una sola giornata la Protezione Civile ha registrato 3815 nuovi contagi e 756 morti, per un totale di vittime di 10779, più di quante ne abbia registrate la Cina, con una popolazione venti volte più grande della nostra e un’epidemia partita due mesi prima che da noi.




"A noi non saranno sufficienti cento giorni"

Nonostante questi numeri spaventosi, l’italiano medio non si ferma, cavalca l’onda dell’ignoranza e della sfacciataggine di chi non ha capito proprio nulla. Già, perché fino a due mesi fa il vero figo postava foto con indosso il pigiama regalatogli dalla nonna tre Natali prima, la ciotola piena di pop-corn confezionati e il computer davanti al naso, scrivendo come didascalia “sta sera solo io e Netflix” oppure “Asociale per scelta”. Ora, io non so se tutti questi giovani alla moda abbiano finito l’ultima stagione di Peaky Blinders contemporaneamente, o se siano diventati deficienti tutti nello stesso momento, ma la loro sete di aperitivo è diventata incontenibile. A quanto pare l’unico fatto in grado di fermarli è stato il contagio e il successivo ricovero di uomini e donne sotto i trent’anni. Fino a questo punto era necessario arrivare? Sì, triste, ma vero.



Non di soli giovani irriverenti è composta la schiera degli irresponsabili. I supermercati sono infatti affollati di coppie di persone più anziane, che si giustificano con le forze dell’ordine dicendo, cito testualmente, “sono venuta anche io perché mio marito non sa cosa comprare”, sbeffeggiando inconsciamente (si spera) mamme e papà, che in questi giorni cercano di improvvisarsi maestre, animatori, cuochi o ballerine, per sconfiggere la noia dei propri bambini; coloro che lavorano per noi; chi si ritrova da solo lontano dalla propria famiglia: in generale, tutti i coloro che, “semplicemente”, rispettano le regole. Esatto, sono regole, e non infrangerle non farà di voi degli eroi o chissà cos’altro, farà di voi cittadini onesti e responsabili, quello che ognuno di noi dovrebbe essere senza lamentarsi e senza cercare ridicole scappatoie per aggirare semplici direttive volte alla tutela di tutti, dettate, per l’appunto, nell’interesse generale.


Auguro agli Italiani che tutta questa storia possa portarci finalmente a ragionare e a comportarci come una comunità solida e non come un gruppo di singoli individui.





Vittoria Caraglio

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